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Emilia-Romagna

La rivincita delle riserve

Vincenzo Mandile, presidente dell'associazione sportiva dilettantistica "La primavera atletica" di Formigine, racconta la realtà della propria società, aprendo una riflessione sul presente dell'atletica leggera in Italia

di Fabrizio Pompei


MODENA - "Spesso i nostri atleti sono i panchinari del calcio". Parola di Vincenzo Mandile, presidente de' "La primavera atletica", la società sportiva dilettantistica che a Formigine, in provincia di Modena, organizza dal 1988 attività giovanile d'atletica per bambini - dai 6 anni in su - preparandoli, prima attraverso il gioco e poi grazie all'allenamento, alle varie discipline atletiche e portandoli a specializzarsi dopo i 15 anni.

Mandile racconta una realtà in continuo movimento. Dal numero di iscritti che ogni anno può oscillare da 30 a 70, ai tanti ragazzi che abbandonano l'atletica per dedicarsi ad altri sport. "Appena il 10% dei bambini che cominciano fin da piccoli continuano a praticare anche da più grandi. Allo stesso tempo, ragazzi messi da parte in altri sport si iscrivono alla nostra società e alcuni riescono anche a conseguire ottimi risultati, nel giavellotto come negli ostacoli".

"La primavera" offre infatti l'opportunità di praticare tutte le varie specialità dell'atletica, dalla velocità alla marcia, dai lanci ai salti. "In questi ultimi anni - afferma Mandile - i ragazzini italiani sono molto meno abituati al sacrificio e all'impegno dei loro coetanei migranti. Ecco allora che solitamente sono questi ultimi, abituati a doversi conquistare ogni cosa, a dedicarsi alle discipline più faticose di mezzo fondo e di corsa, mentre gli italiani sono più interessati a quelle prettamente tecniche".

Per i bambini, che solitamente si avvicinano al mondo dell'atletica intorno agli otto anni, gli allenamenti sono più che altro un gioco e solo dai 12 anni si viene indirizzati verso una disciplina specifica. "Quello che ci manca - afferma Mandile - sono spazi adeguati alle nostre attività. Sono altri sport, che numericamente contano di più, ad avere il sostegno dagli enti pubblici. Eppure una società di calcio, la domenica, può schierare solo 11 giocatori mentre noi ci impegniamo sempre a far gareggiare tutti i nostri iscritti".

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